Ipoacusia: Problemi dell'udito

La perdita dell’udito, o ipoacusia, è spesso considerata una malattia tipica della terza età, in realtà, la nostra capacità uditiva subisce un graduale deterioramento già a partire dai 40 anni. Iniziali disturbi della funzione uditiva si sviluppano, nel 52% dei casi nella fascia di età che va dai 35 ai 64 anni.

L’ organo dell’udito è suddiviso in tre parti:

  • Orecchio esterno che ha il compito di raccogliere le onde sonore;
  • Orecchio intermedio deputato a ricevere e a trasmettere le vibrazioni prodotte dalle onde sonore all'orecchio interno;
  • Orecchio interno trasmette gli stimoli derivanti dalle vibrazioni all'encefalo e presiede al senso dell’equilibrio.

La diminuzione dell’udito è definita ipoacusia ed è una delle patologie maggiormente presente nella nostra società. L'udito è la funzione più importante nella comunicazione e la sua diminuzione o perdita comporta notevoli limitazioni comunicative che da sempre hanno stimolato lo sviluppo di soluzioni e cure.


Possiamo classificare le ipoacusie in cinque gruppi:

  • Trasmissive
  • Neurosensoriali
  • Centrali
  • Miste
  • Funzionali

Ipoacusia trasmissiva: lo stimolo sonoro per motivi meccanici non raggiunge le cellule uditive. Gap tra via ossea e via aere.

Ipoacusia neurosensoriale: la perdita uditiva dovuta ad un danno alla cellule cigliate (ipoacusia cocleare) o alle fibre del nervo acustico, la carenza del primo recettore dello stimolo uditivo (ipoacusia retrococleare). La più frequente tra le ipoacusie neurosensoriali è la presbiacusia nella quale la perdita uditiva è dovuto all'invecchiamento e progressiva diminuzione delle cellule uditive. Il trauma acustico e l’uso di farmaci dannosi per le cellule dell’orecchio (ototossici) sono oltre due cause frequenti. Via ossea e via aerea coincidono.

Ipoacusia mista: si considerano miste le ipoacusie nelle quali si associa una componente neurosensoriale ad una trasmissiva.

L'audioprotesista (Dottore in Tecniche Audioprotesiche) è il professionista sanitario laureato che si occupa della correzione dei deficit uditivi. L’audioprotesista  provvede alla selezione, adattamento ed applicazione dell’ausilio auditivo, utile a correggere il deficit. Questa figura sanitaria è ufficialmente riconosciuta in Italia dal decreto ministeriale n. 668 del 1994. Il campo proprio di attività e di responsabilità dell’audioprotesista ai sensi della legge 42 del 1999, confermate dalle leggi 251/00 e 43/06 è determinato dal decreto che ne istituisce il profilo sanitario, dall’ordinamento didattico,dalla formazione base e post-base e dal proprio codice deontologico. Il laureato in tecniche audioprotesiche, nella propria attività svolta con titolarità e autonomia intellettuale sceglie e propone soluzioni tecnologiche uditive-riabilitative complesse ed in continua evoluzione, secondo le norme sanitarie vigenti e le conoscenze acquisite con la formazione universitaria, la competenza sul campo, l’Aggiornamento e la Formazione continua in medicina ECM.

 I disturbi dell’udito hanno riflessi sulle nostre emozioni e sul nostro umore. Le soluzioni che uno specialista in audioprotesi può trovare per la cura e la risoluzione di questi problemi porta sempre a un miglioramento della qualità della vita: il paziente ritorna alla normalità del sentire bene, riconquista il suo spazio vicino agli altri, non prova più il disagio di un isolamento. La dottoressa Termine segue i suoi pazienti durante tutto il processo riabilitativo. Effettua prima diversi esami non invasivi e non dolorosi. Durante l’otoscopia osserva il canale uditivo esterno del paziente (per scoprire l’eventuale presenza di corpi estranei, cerume, restringimenti del lume o processi patologici) e la membrana timpanica per valutarne le condizioni.

Area di responsabilità: L’ambito delle responsabilità si concretizza nella titolarità della scelta dell’ausilio,dei parametri tecnici, nella fornitura, nell’adattamento e nel controllo dei presidi uditivi, ovvero nella gestione globale degli apparecchi acustici propriamente intesi e di tutti i dispositivi progettati e realizzati per correggere il danno uditivo e per prevenirne gli effetti. L’Audioprotesista deve saper entrare in relazione empatica con i propri utenti. L’Audioprotesista è figura rilevante nell’approccio sanitario che deve affrontare una deprivazione sensoriale tanto invalidante come l’ipoacusia. La sua attività si realizza attraverso interventi specifici intellettualmente autonomi e responsabili, di natura preventiva, tecnico riabilitativa e relazionale. In relazione alla indicazioni e alle determinazioni delle Leggi 42/99, 251/00, 43/06, DM 2/04/01 sono “attività riservate” al Profilo professionale di cui al DM 668/94 la selezione, adattamento, e controllo degli ausili che prevengono, suppliscono la disabilità uditiva, nonché l’educazione protesica dell’ipoacusico, il controllo della permanenza dell’efficacia dell’applicazione e la verifica e manutenzione degli ausili applicati.