Acufene

ACUFENE (tinnitus in latino e inglese) o comunemente chiamato fischio, ronzio, fruscio  avvertito  all'interno dell'apparato uditivo o nella testa. È un sintomo dovuto a diverse patologie e ancor oggi è molto difficile capirne l’eziologia e la patogenesi, sebbene numerosi sono stati gli studi condotti sia a livello sperimentale che clinico. Anche la valutazione del sintomo risulta difficoltosa in quanto l’acufene è un disturbo soggettivo la cui percezione può essere descritta e gestita in vari modi.

Nella maggior parte dei casi non è possibile individuare uno specifico fattore responsabile della sua insorgenza che può essere di natura genetica, flogistica, tumorale, allergica, metabolica, immunologica, ototossica, otosclerotica, spesso riconducibile ad età e/o ad esposizione al rumore.

L’acufene è un sintomo, non una malattia, ed i suoi effetti differiscono da un individuo ad un altro. Molti soggetti percepiscono l’acufene solo come un rumore di fondo, pertanto genera un disturbo minimo. Per altri, invece, può essere debilitante ed influire su molti aspetti della vita e del benessere psico-sociale.

L’acufene si manifesta comunemente in soggetti che hanno superato i 40 anni di età; tuttavia inizia ad essere sempre più diffuso anche fra le persone più giovani, a causa degli elevati livelli di rumore giornaliero presenti nella vita.

È noto che la prevalenza dell’acufene aumenta con l’età, e non c’è una predilezione di genere (10-17 % nei maschi e 11-18% nelle femmine). La soglia uditiva è considerata il fattore più importante che determina la prevalenza dell’acufene.

L’acufene oggettivo viene sentito sia dal paziente che dall’osservatore esterno. Questo tipo di acufene è raro, ed è spesso associato a disordini vascolari o muscolari.

L’acufene soggettivo è udibile unicamente dalla persona che ne soffre, ed è la tipologia che si presenta nella maggioranza dei casi. Le possibili cause di acufene soggettivo sono molteplici e possono essere di natura otologica (disturbi relativi alla sfera uditiva), neurologica, metabolica e psichiatrica.

Ove non regrediscano entro i primi mesi dalla loro insorgenza, vi è la possibilità che gli acufeni, se non si curano con una terapia adeguata, persistano negli anni successivi, divenendo cronici a tutti gli effetti. Questo disturbo, solo apparentemente banale, può però a volte creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo l'assetto psicologico ed emozionale del malato, la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, le attitudini lavorative, il livello di attenzione e concentrazione, inducendo o molto più spesso potenziando stati ansioso-depressivi pre-esistenti, interferendo pertanto sulla qualità della vita.

Gli acufeni sono attualmente trattabili in una percentuale elevata dei casi, anche se disporre di cure non vuol dire poter garantire la guarigione definitiva, essendo comunque possibili recidive.

Consulenza e Trattamento dell'acufene

I trattamenti dell’acufene varia a seconda della tipologia e della causa: somministrazione di farmaci o vitamine ed integratori, trattamenti psicologici , terapie più specifiche.

La terapia sonora è uno dei trattamenti più diffusi. Essa comporta l’utilizzo di suoni esterni per l’apparato uditivo con lo scopo di ridurre la percezione del fastidioso fischio.
Esistono anche protocolli ben codificati di terapia sonora con supporto psicologico che possono portare a risultati soddisfacenti nell’abbassare la soglia di percezione dell’acufene.

Ulteriori trattamenti utilizzati per aiutare i soggetti acufenici sono quelli psicologici, come la consulenza o la terapia cognitivo-comportamentale.

Ipoacusia ed acufene

Quando l acufene è associato ad ipoacusia, le persone che ne soffrono possono riscontrare benefici mediante

l’uso di apparecchi acustici.

Se ipoacusia ed acufene si manifestano contemporaneamente, lo stress causato dalla perdita uditiva può diventare un attivatore ed un aggravante significativo dell’acufene. In questi casi, la necessaria correzione    dell’ipoacusia può condurre all'attenuazione dell’acufene, per tale motivo molti soggetti acufenici traggono beneficio dall’uso di apparecchi acustici.
E’ quindi un fattore primario valutare una corretta protesizzazione in tutti i soggetti ipoacusici, anche lievi, che soffrono di una patologia acufenica.

Nella valutazione dell’ acufene risulta fondamentale, inoltre, la standardizzazione delle metodiche di studio delle sue caratteristiche. A questo scopo è stato creato un protocollo di studio, adottato anche dalla dottoressa Luisa Termine, in grado di individuare le principali cause attraverso un’anamnesi completa del paziente e la peculiare descrizione delle caratteristiche soggettive dell’ acufene. Ciò consente di individuare la terapia più idonea ad alleviare il disturbo provocato da questo sintomo.

Le principali patologie otologiche e disturbi cui si può associare acufene sono:

  • Otosclerosi
  • Malattia di Ménière
  • Malattie acute e cliniche dell’orecchio esterno e medio
  • Trauma acustico e barotrauma
  • Sordità improvvisa
  • Sordità autoimmuni
  • Sordità genetica od ereditaria
  • Presbiacusia
  • Trauma cranico
  • Neurinoma de nervo acustico (VIII)
  • Farmaci ototossici
  • Disordini vascolari, ipertensione
  • Disordini maxilo facciali ed ATM
  • Diabete,ipotiroidismo, dismetabolismi in genere
  • Stress

LE TERAPIE DELL’ACUFENE

I trattamenti terapeutici esaminati, secondo la Cochrane Collaboration, vengono classificati in:

  • Utili: trattamenti la cui efficacia è stata dimostrata attraverso studi randomizzati, con effetti negativi moderati rispetto ai benefici.
  • Probabilmente utili: quei trattamenti terapeutici la cui efficacia è stabilita con minor certezza.
  • Da valutare caso per caso: i medici ed i pazienti valutano gli effetti positivi e negativi secondo priorità individuali.
  • Di utilità non determinata: trattamenti di cui ancora non abbiamo dati certi.
  • Di utilità discutibile: trattamenti per i quali l’efficacia è stabilita con minor certezza.
  • Probabilmente inutili o dannosi: trattamenti la cui inefficacia o pericolosità è stata dimostrata.

Gli agenti farmacologici includono: farmaci vasoattivi, agonisti istaminici, anestetici locali, farmaci attivi sul sistema centrale, prostaglandine sintetiche, antinfiammatori non steroidei, farmaci sostitutivi, omeopatici.

La terapia non farmacologica include: stimolazione elettrica ed elettromagnetica, agopuntura, ultrasuoni, laser, mascheratori, protesizzazione acustica, ipnosi, biofeedback, tecniche di rilassamento, psicoterapia.

Tecniche di rilassamento

Si osserva una riduzione di sintomi associati quale stress e stato ansioso ed una migliore convivenza con l’acufene.

Psicoterapia

Studi controllati hanno riscontrato nessuna riduzione del tinnito sebbene ci sia stata una riduzione della sintomatologia ansiosa associata e migliore accettazione del sintomo.

Laser

Il trattamento con laser a bassa potenza è una metodica introdotta recentemente. Sull’efficacia di tale trattamento non esistono a tutt’oggi pareri concordi.

Mascheratori

E' un generatore di suoni per il Tinnito.  Esteticamente sono come un apparecchio acustico con la differenza che erogano un rumore il cui scopo è mascherare l'acufene.